Sappiamo che il Covid-19 rappresenta una sfida per tutti gli uomini e le donne della terra, ma sappiamo anche che non tutti gli uomini e le donne della terra possono affrontare allo stesso modo l’emergenza. C’è un tratto comune che tuttavia sembra trasversale a molte popolazioni del mondo, ed è quello relativo alle condizioni economiche della società in cui il virus si diffonde.
Fra Kevin dal Congo, fra Charles dall’India e fra Darìo dalla Colombia ci raccontano storie e emergenze simili: laddove i governi sono fragili ole politiche di welfare troppo esili per raggiungere le fasce più deboli (e spesso numerose) della popolazione, i poveri subiscono la principale conseguenza dei coprifuoco e dei lockdown: la fame. Famiglie abituate a sopravvivere grazie all’attività agricola o alla pesca di sussistenza si sono ritrovate improvvisamente nell’impossibilità di provvedere al più basilare sostentamento. A queste problematiche si aggiungono le difficili condizioni igienico sanitarie: alcune popolazioni non dispongono neppure di acqua pulita per lavarsi le mani. In una società sostanzialmente digitale come la nostra, ha dell’incredibile pensare ad intere comunità che per lavorare non hanno bisogno di una connessione, ma solo della possibilità di uscire di casa. Ha dell’incredibile pensare a società prive di un sistema di welfare che garantisca loro il necessario per vivere. Eppure queste persone esistono, e quotidianamente lottano per continuare a farlo. I frati minori assistono queste comunità povere diffuse nel pianeta, e la Fondazione OFM Fraternitas continuerà a sostenere gli interventi finalizzati ad affrontare l’emergenza Covid fin quando sarà necessario. È un dovere solidale ma anche una scelta di pace. Perché la pace globale e duratura è possibile solo adottando un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità dell’intera famiglia umana.