Sivalenta è un nome che probabilmente dice poco alla maggior parte di noi: quel nome risponde a una piccola località rurale sperduta tra le miriadi di isole piccole e grandi che compongono l’Indonesia. È altrettanto probabile che avremmo continuato a non sentir parlare di Sivalenta, piccolo centro rurale dell’isola Sulawesi, se non fosse stato per il terremoto e lo tsunami che il 28 settembre 2018 hanno raso al suolo una serie di villaggi situati nella zona. Purtroppo la (relativa) notorietà del luogo deriva da una condizione emergenziale fatta di 4.300 morti e circa 200mila sfollati in grave difficoltà a causa della marginalità geografica che caratterizza la zona.
I frati della provincia indonesiana di San Michele Arcangelo sono stati tra i primi ad attivarsi per affrontare le urgenze di questa zona periferica e difficile da raggiungere. Hanno raggiunto la zona portando con sé cibo, medicine e tende da campo per chi aveva perso tutto, compresi i propri mezzi di sostentamento.
In seguito, hanno iniziato a lavorare perché il loro intervento permettesse di raggiungere risultati strutturali e duraturi, proiettandosi verso la ricostruzione della comunità locale.
Oggi, a soli due anni e mezzo dall’accaduto, Sivalenta è un racconto compiuto di rinascita. La generosità dei moltissimi donatori coinvolti attraverso la rete dell’Ordine dei Frati Minori ha permesso di raggiungere una cifra considerevole (106mila euro), in grado di sopperire ai costi necessari alla ricostruzione di Sivalenta.
L’edificazione di quindici abitazioni è stato un passaggio determinante. Questo obiettivo ha permesso agli abitanti di mantenere un insediamento stabile e sicuro sul luogo, stimolando allo stesso tempo il senso di aggregazione: tutta la popolazione locale ha contribuito a condurre in porto i lavori, imparando al contempo metodologie e tecniche di edilizia più efficienti.
I frati della provincia indonesiana di San Michele Arcangelo sono stati tra i primi ad attivarsi per affrontare le urgenze di questa zona periferica e difficile da raggiungere. Hanno raggiunto la zona portando con sé cibo, medicine e tende da campo per chi aveva perso tutto, compresi i propri mezzi di sostentamento.
In seguito, hanno iniziato a lavorare perché il loro intervento permettesse di raggiungere risultati strutturali e duraturi, proiettandosi verso la ricostruzione della comunità locale.
Oggi, a soli due anni e mezzo dall’accaduto, Sivalenta è un racconto compiuto di rinascita. La generosità dei moltissimi donatori coinvolti attraverso la rete dell’Ordine dei Frati Minori ha permesso di raggiungere una cifra considerevole (106mila euro), in grado di sopperire ai costi necessari alla ricostruzione di Sivalenta.
L’edificazione di quindici abitazioni è stato un passaggio determinante. Questo obiettivo ha permesso agli abitanti di mantenere un insediamento stabile e sicuro sul luogo, stimolando allo stesso tempo il senso di aggregazione: tutta la popolazione locale ha contribuito a condurre in porto i lavori, imparando al contempo metodologie e tecniche di edilizia più efficienti.