L’Amazzonia è una delle aree che meglio rappresentano il grado di interdipendenza tra i sistemi globali. La pandemia in atto, che in queste settimane sta deflagrando in tutto il Sud America e presenta numeri vertiginosi in Brasile, ha aggiunto un’ulteriore sfaccettatura a questa idea. Proprio in questo periodo diversi ricercatori hanno fatto notare come l’incontrollato disboscamento di cui è oggetto la Foresta Amazzonica costringerebbe molte specie animali a spostarsi verso aree più antropizzate, aumentando così il rischio che nuovi virus possano essere trasmessi all’uomo. Nonostante le preoccupazioni espresse da varie parti del mondo, il ritmo della deforestazione in questo 2020 sembra addirittura raddoppiato.
La distruzione del polmone verde è forse il fenomeno più eclatante tra i tanti problemi che attanagliano la vasta regione Panamazzonica, un’area in cui forti interessi criminali e commerciali incidono pesantemente sulle condizioni di povertà delle popolazioni locali. Popolazioni che in molti casi possono difendersi dal Covid solo attraverso il proprio isolamento, non disponendo di una nutrizione adeguata, di un’assistenza sanitaria né di mezzi di comunicazione da cui apprendere informazioni circa il virus e la prevenzione. Gli stessi vescovi dei vicariati della zona amazzonica del Perù hanno segnalato come gli indigeni locali siano particolarmente indifesi nei confronti della pandemia. I dati al mese di luglio registrano quasi 170 popoli indigeni coinvolti nel contagio.
La missione francescana di Caballococha (Perù) opera proprio in questo contesto, cercando di aiutare le popolazioni locali sia in ambito sanitario che educativo. La Fondazione OFM Fraternitas sostiene il progetto Querida Amazonia con cui la Missione di Caballococha da oltre un anno si occupa di diffondere nelle comunità amazzoniche la consapevolezza dei propri diritti e la maturazione di un approccio strutturato ed ecologico alla pianificazione del territorio. Lo fa nel solco delle parole con cui il cardinale Hummes OFM ha aperto il Sinodo sull’Amazzonia voluto da papa Francesco nel 2017: «l’ecologia integrale ci palesa che tutto è collegato, gli esseri umani e la natura. Tutti gli esseri viventi del pianeta sono figli della terra.»