È il secondo stato più popoloso al mondo e anche una delle aree in cui la povertà è più diffusa. La Banca Mondiale ha calcolato che oltre un terzo della popolazione indiana vive sotto la soglia di povertà, in una condizione di emarginazione spesso acuita dal rigido sistema di caste e dalla grande varietà di etnie che contraddistingue la società del paese. Il Corona virus si è dunque diffuso in una società fortemente sbilanciata e frammentata, in cui peraltro la sanità pubblica è debolissima e una significativa percentuale di persone non ha accesso ad un sufficiente approvvigionamento idrico: per molti indiani persino lavarsi le mani è un lusso.
Nonostante gli sforzi del governo Modi, sappiamo che gran parte degli aiuti alle fasce più deboli della popolazione sono arrivati da volontari e soggetti privati. Anche fra Charles insieme alla comunità francescana di Palamaner ha messo in campo tutto l’impegno possibile per aiutare anziani, poveri e ammalati posti ai margini della società. Proibendo gli spostamenti, il lockdown ha impedito agli uomini di portare avanti il proprio lavoro, anche il più umile, e si sono così moltiplicati i nuclei familiari privi di qualsiasi forma di sostentamento. Famiglie che vivono in comunità rurali basate su un’agricoltura di sussistenza, abituate a vivere esclusivamente dei prodotti della terra e prive di frigoriferi o di qualsiasi altro strumento utile alla conservazione dei cibi, si sono ritrovate improvvisamente senza nutrimento. In un simile contesto è facile comprendere il grido d’allarme di chi sostiene che la pandemia rischia di avere conseguenze drammatiche per le condizioni di vita dei poveri in India.
La Fondazione OFM Fraternitas ha scelto di sostenere le 500 famiglie di Palamaner con una specifica raccolta fondi destinata a far fronte all’urgenza di questi giorni: l’approvvigionamento di cibo (riso, olio, zucchero) e di beni utili all’igiene (sapone e mascherine).